Lo schermo di Dio. Cinema e pensiero religioso

Lo schermo di Dio. Cinema e pensiero religioso

Rappresentare Dio sullo schermo è stata una delle prime cose che il cinema ha fatto. E che seguita a fare. Basti pensare ai film che prendono spunto da racconti o personaggi dell'Antico e del Nuovo Testamento a cominciare, naturalmente, da Gesù. Parallelamente a questo approccio, che possiamo definire diretto, alcuni autori hanno invece affrontato la rappresentazione del sacro senza mettere in scena le Scritture oppure facendolo in maniera del tutto originale e innovativa. Il libro analizza i percorsi artistici di dieci autori (Luis Bunuel, Cari Theodor Dreyer, Robert Bresson, Ermanno Olmi, Jean-Luc Godard, Youssef Chahine, Marco Bellocchio, Peter Greenaway, Krzysztof Kieslowski, Lars Von Trier) e si sofferma su alcuni loro film (La via lattea; Pràstànkn, Dies irae; Ordet, Il diavolo probabilmente, Centochiodi, Je vous salue, Marie; L'emigrante; Il destino; L'ora di religione, Il bambino di Macon; Il Decalogo; Le onde del destino) mettendo in luce il modo in cui ciascuno si è confrontato con le problematiche religiose ovvero con molti degli interrogativi che oggi - più intensamente che in passato - interpellano l'uomo sul terreno della fede. Quando, cadute le ideologie e venuti meno i grandi sistemi filosofici che dettavano i codici dei comportamenti individuali e collettivi, l'umanità è costretta a misurarsi con un "nuovo ordine" che i vecchi schemi - specialmente quelli etici - non riescono più a definire né a contenere.
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