Il gotico padano. Dialogo con Pupi Avati
Cosa lega la tranquilla e solare Emilia-Romagna alle storie cupe e inquietanti messe in scena da Pupi Avati al ritmo cadenzato di ogni decennio? E lo stesso cineasta a scandire, passo a passo con i contenuti presentati dagli autori, le tappe di un percorso misterioso che si addentra nei meandri del gotico, suo territorio cinematografico di elezione. Un viaggio che prende le mosse dalla fertile mentalità dei contadi emiliani e romagnoli, inesauribili fucine di paure e secolari tramiti di ataviche credenze e superstizioni. Dalle immobili e placide campagne assolate alle acquose propaggini del delta del Po, dagli umidi e ombrosi boschi dell'Appennino fino ai chiassosi lidi della riviera romagnola, il libro segue le linee tracciate dai territori di una regione da sempre sinonimo di serenità, apertura e divertimento, alla ricerca di quella crepa in cui la macchina da presa si inserisce per riportare a galla un terrore antico. Con "La casa dalle finestre che ridono", indiscusso cult movie, Avati inaugura il filone del gotico padano, trasfigurando ì propri luoghi d'infanzia fino a renderli vere e proprie fabbriche del terrore, contenitori di ossessioni e di spaventosi segreti. Per continuare con le suggestioni che popolano opere di genere come leder, "L'arcano incantatore" e "Il nascondiglio", provenienti dal passato prossimo e remoto vissuto in Emilia.
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