Le grand noir. Mancamenti e corpi addolorati nel cinema di François Truffaut
Che François Truffaut sia un regista schierato dalla parte delle donne è cosa risaputa. Molto meno noto è il gesto misteriosamente femminile che amava filmare spesso, lo svenimento. Sono all'incirca una decina i mancamenti rintracciabili lungo la sua filmografia. Distribuiti attraverso cinque titoli chiave, tra "Fahrenheit 451" e "La signora della porta accanto", passando per "Le due inglesi", "Adele H." e "L'ultimo metrò", essi brillano per intensità e spregiudicatezza. Il cineasta francese adorava complicarli. Ogni crollo diventava un inno alla forza (ma anche all'impotenza) dell'amore. Ogni caduta esaltava e umiliava il corpo che la esprimeva. Il presente saggio affronta le pellicole citate tentando di scomporre al rallentatore l'attimo fatale per poter capire il come-perché di una delle reazioni umane più ricche, intransigenti e spettacolari che si conoscano. Identificato di volta in volta con una straziante ferita, una performance erotica, un numero teatrale, una fuga dalla realtà, una prova di sadismo, uno stile di punteggiatura, in effetti il venir meno secondo Truffaut ricorda soprattutto un "brevissimo lungo addio" capace di promuovere un'insolita visita all'anticamera della morte.
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