Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica
"Dunque, destra e sinistra esistono ancora? E se esistono ancora e tengono il campo, come si può sostenere che hanno perduto del tutto il loro significato? E se un significato ancora lo hanno, questo significato qual è?". Parole chiave del nostro linguaggio politico, "destra" e "sinistra" stanno sperimentando negli ultimi tempi una curiosa sorte e una contrastata fortuna. Mai come oggi, la tradizionale distinzione del campo politico, invalsa almeno da due secoli, viene da più parti contestata, e considerata come una contrapposizione che avrebbe ormai fatto il suo tempo e che non avrebbe più alcun senso, posto che mai ne abbia avuto uno. Mai come oggi, d'altro canto, la scena politica di gran parte del mondo occidentale - e quella italiana in particolare - è stata dominata dall'idea di una polarizzazione dello scontro tra due schieramenti contrapposti, che si apprestano a lottare accanitamente l'uno contro l'altro per conquistare la supremazia.Dunque, destra e sinistra esistono ancora? E se esistono ancora e tengono il campo, come si può sostenere che hanno perduto del tutto il loro significato? E se un significato ancora lo hanno, questo significato qual è?Il libro di Bobbio - frutto di una nuova, originale ricerca - affronta la questione a partire dal suo più profondo nucleo teorico. E dopo aver preso in esame le ragioni dei contestatori, ridefinisce l'essenza più intima della distinzione: essa consiste nel diverso atteggiamento che le due parti - il popolo di destra e il popolo di sinistra - sistematicamente mostrano nei confronti dell'idea di eguaglianza. Naturalmente, eguaglianza e diseguaglianza sono concetti relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali. Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di attenuare e ridurre i fattori della diseguaglianza; mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le diseguaglianze siano un dato ineliminabile, e che in fin dei conti non se ne debba neanche auspicare la soppressione.Il rigore analitico della trattazione riesce a rendere conto, secondo un classico procedimento dell'argomentazione di Bobbio, delle "ragioni" di entrambi i campi: "non mi domando chi ha ragione e chi ha torto, perché non credo sia di qualche utilità confondere il giudizio storico con le mie opinioni personali. Anche se non faccio mistero, alla fine, di quale sia la mia parte". Pubblicato per la prima volta nel 1994, venduto in più di 300.000 esemplari, tradotto in 22 lingue, questo libro è diventato ormai un punto obbligato della discussione sulla politica contemporanea. Per un effetto paradossale, con il passare degli anni la sua attualità sembra aumentare piuttosto che diminuire. Questa edizione, pensata in occasione del decennale, esce all'indomani della morte dell'autore, con l'aggiunta di una nota dell'editore, dedicata a "L'eredità di Bobbio".
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