Corda e sapone
Tra fine Ottocento e primi Novecento furono decine e decine nostri emigranti linciati negli Stati Uniti da cittadini, da 'bravi cittadini', che invece del processo usavano una giustizia spiccia, mettendo subito mano alla corda e al sapone per impiccarli, potendo contare sulla complicità delle pubbliche autorità. La storia di questa violenza ci dà la misura di quanto gli italiani, considerati una via di mezzo tra i bianchi e i neri, fossero discriminati. La giustizia americana mandò sempre impuniti i colpevoli di una così nefanda intolleranza, arrivando a sostenere in un caso che il linciaggio era avvenuto 'per volontà di Dio'. Quanto all'Italia, il nostro Stato, il nostro governo furono spesso incapaci di una reazione all'altezza di tanta brutalità. Il 'prezzo del sangue': così furono chiamati gli umilianti risarcimenti pagati dal governo federale americano alle famiglie degli italiani linciati, in cambio di una giustizia che non si era voluto fare. Non esagerava quindi quel giornale italiano negli Stati Uniti che commentava amaramente: "Costano tanto poco questi italiani che vale la pena di linciarli tutti quanti". Un capitolo drammatico e troppo spesso dimenticato della storia dell'emigrazione italiana viene qui ricostruito sulla base di una documentazione in massima parte inedita. L'autrice analizza le controversie diplomatiche che i casi di linciaggio avevano generato tra Stati Uniti e Italia, un'Italia destinata a incassare una serie di fallimenti senza mai riuscire ad ottenere che i 'linciatori' fossero effettivamente perseguiti e puniti.
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