Il governo delle acque. La salvaguardia di Venezia: una storia amministrativa italiana
Il controllo del regime delle acque della Iaguna è sempre stato una questione vitale per Venezia. Dopo la disastrosa alluvione del 1966, sempre più frequente è diventato il fenomeno delle alte maree ('acque alte') di livello eccezionale, che determinano l'allagamento di calli e campielli e l'erosione degli edifici. La Legge Speciale per la salvaguardia di Venezia, del 1973, aveva previsto la realizzazione di un sistema di regolazione delle maree, e la moderna ingegneria idraulica ha progettato un sistema di 'dighe mobili', poste sul fondo dei varchi dai quali il mare entra in laguna, e in grado, sollevandosi, di porre un argine efficace di fronte alle ondate di marea. La realizzazione delle dighe mobili - chiamate con l'acronimo MOSE a ricordare la biblica separazione delle acque - ha però incontrato per molti anni la feroce e paralizzante opposizione pregiudiziale di molti ambientalisti. E' così iniziata una vera e propria 'telenovela amministrativa' all'italiana che questo libro ripercorre. E' una storia di veti pregiudiziali anche solo a progettare le dighe mobili, della paralisi decisionale del governo locale e di quello nazionale, di una valutazione d'impatto ambientale compiuta in modo illegittimo ed annullata dal Tribunale Amministrativo Regionale e - solo alla fine del 2001 - della decisione del governo di dare il via alla progettazione e di inserire il MOSE tra le opere strategiche d'interesse nazionale della Legge Obiettivo. Il libro indica il difficile percorso giuridico per conciliare l'interesse vitale a salvaguardare Venezia dalle inondazioni delle acque alte tutelando, al contempo, in modo rigoroso il paesaggio e l'ambiente lagunare.
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