Chiesa e democrazia
Giovanni Spadolini intuì per primo, nel 1958, il cambio di rotta del neo eletto Papa Giovanni XXIII, il quale rispose al messaggio augurale di Olindo Malagodi, segretario nazionale del Partito Liberale, il Partito di Porta Pia, benedicendo il Risorgimento e affrancando la Chiesa dalle preoccupazioni del “potere temporale”. “Il Tevere è diventato più largo”, commentò Spadolini sulle colonne del quotidiano da lui diretto, Il Resto del Carlino, dando vita a un’espressione entrata nel lessico quotidiano, a significare i miglioramenti delle relazioni fra le due rive del Tevere, la sponda laica e quella cattolica. Ripercorrendo gli scontri (talvolta anche aspri come per il referendum sul divorzio e quello sull’aborto) e gli incontri fra Chiesa e Stato in Italia nel secondo dopoguerra, dopo il contrastato inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, l’autore risponde agli interrogativi su quale e quanta continuità abbia avuto la “svolta” di Papa Giovanni XXIII fino alla revisione del Concordato, che egli stesso contribuì in modo determinante a realizzare. Il volume è sostanzialmente diviso in due parti: la prima, già pubblicata dallo stesso Spadolini precede gli ulteriori studi e approfondimenti presentati nella seconda parte, inedita e interessantissima, curata dal prof. Cosimo Ceccuti, che vede la luce solo con la presente pubblicazione.