L' esoterismo di Dante
Decifrare il simbolismo della Divina Commedia è da sempre un compito arduo, che schiere di commentatori hanno affrontato nel corso dei secoli. Per il lettore odierno le cose si fanno ancora più difficili: non solo per il linguaggio enigmatico di cui Dante riveste le sue allusioni, le sue profezie e la struttura stessa del poema, ma per la distanza pressoché incolmabile tra la sua visione del mondo e quella attuale. L'uomo cosiddetto moderno vede del mondo solo il significato letterale, misurabile, quantitativo; per lui, tutto è solamente ciò che è, non rimanda a nulla se non a se stesso, al suo esistere qui e ora come entità misurabile, quantificabile, mercificabile o, se proprio vuole attribuirgli un valore intangibile, al massimo lo definisce come "informazione". Per Dante e per tutti coloro che sono legati a una Tradizione autentica, invece, il mondo è una rete, in cui tutto ciò che esiste è legato da corrispondenze invisibili che rispecchiano un ordine infallibile, che si manifesta in cicli temporali, leggi matematiche, gerarchie degli esseri, un ordine di cui un sapere antichissimo ha tramandato i codici, ormai dimenticati, ma forse non del tutto. Guénon ne è uno dei custodi e in questi studi mette la sua conoscenza al servizio del poema di Dante, svelandone le corrispondenze più sottili e nascoste con la Tradizione originale. Sfatando le interpretazioni di autori che hanno creduto di spiegare Dante attraverso la lente deformante della loro epoca, Guénon non restituisce al suo simbolismo tutta la complessità metafisica da cui è sorto.