Mussolini e Roosevelt. Corporativismo fascista e New Deal. Il dibattito tra Italia e Stati Uniti
Mussolini e Roosevelt: il dittatore italiano e il presidente democratico simbolo della libertà e della rinascita dopo la crisi del '29. All'apparenza due figure agli antipodi, nella realtà due uomini che dialogarono per diverso tempo in nome della comune ricerca di ricette economico-sociali che portassero le loro nazioni fuori dalla Grande depressione. Un cordiale scambio di lettere dopo l'elezione di Roosevelt alla presidenza nel '32 spianò la strada a un intenso scambio diplomatico e intellettuale, animato da professori, studiosi e giornalisti, in cui emersero considerazioni critiche ma anche profondi punti di contatto. Tra tutti, spiccarono consiglieri del presidente, come il professor Rexford Tugwell, che si recarono in Europa per studiare il modello corporativo, mentre Bottai veniva invitato a scrivere su «Foreign Affairs». Le frizioni in politica estera contribuirono ad affievolire sempre più questo legame, fino alla sanguinosa rottura dettata dallo scoppio della Seconda guerra mondiale. Per questo motivo lo studio dei rapporti Italia-Stati Uniti (dalla politica alle realizzazioni istituzionali, passando per la stampa), con un occhio particolare ai rapporti tra terza via del regime e New Deal americano, è fondamentale per penetrare le complessità della storia e aprire nuovi orizzonti su un momento storico le cui propaggini sono arrivate fino ai giorni nostri.