Mapuche. Lo spirito del vulcano
È la saga di una famiglia cilena di origine spagnola nell'estremo sud dell'Araucanìa. Siamo alla fine dell'800. La vicenda si svolge in una tenuta non lontana dal mare, dove la terra si frastaglia, lontana dalla civiltà, a poche ore di cavallo da un piccolo paese. Qui vivono diversi personaggi, ognuno con una propria storia. Alla guida dell'estancia (vasta tenuta agricola) una vedova nata da un surreale incontro, abbandonata in una casa di appuntamenti e salvata dal futuro marito. La figlia, segnata da un triste destino ma seguita e protetta fin da neonata da una bambinaia che pratica la magia del suo popolo, i Mapuche. La vita e l'amore di questa fanciulla sono raccontati dalla voce narrante della storia. Il tutto si svolge nell'isolamento di quei luoghi sperduti. La solitudine porta la protagonista a declamare poesie per un amore immaginario in riva a uno splendido specchio d'acqua, un lago incantato ai piedi di un imponente vulcano, il cui spirito prende vita per rapirla. In un susseguirsi di fatti inspiegabili si alternano credenze e magia sciamanica dei Mapuche, sacro e profano, riti cristiani e pagani, tradizioni arcaiche che sopravvivono tuttora. Vita, amore e morte s'intrecciano in un affresco di tenebre e luci, di voci e sussurri. Le figure femminili dominano muovendosi con fermezza e dolcezza. Le figure maschili, pur se importanti, vivono all'ombra della magia femminile.
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