Profeti disarmati. 1945-1948, la guerra fra le due sinistre (I)
Per qualche decennio il Partito comunista italiano ha realizzato un miracolo. Apparteneva al Movimento comunista internazionale e aveva rapporti "fraterni" con l'Unione sovietica, ma era al tempo stesso una grande forza democratica, un argine contro le incombenti minacce fasciste, una indispensabile componente della vita democratica nazionale e, grazie al ruolo di Palmiro Togliatti nell'immediato dopoguerra, uno dei principali costruttori dello Stato repubblicano. Chiunque osasse ricordare i suoi vizi, i suoi errori e la sua fedeltà alla politica estera sovietica, correva il rischio di essere considerato reazionario o cripto-fascista. Questa operazione di immagine ebbe successo anche perché il partito poté contare per molti anni sulla volonterosa collaborazione di intellettuali, scrittori e artisti che sono stati protagonisti di un precedente libro di Mirella Serri, "I redenti", apparso in questa collana. Quasi tutti erano stati fascisti sino al 1942 e avevano quindi una particolare familiarità con la professione dell'"intellettuale organico". Il Partito comunista conosceva i loro trascorsi, ma li aveva "perdonati" e sapeva che questo atto di clemenza avrebbe garantito la loro fedeltà. Il successo dell'operazione ebbe l'effetto di oscurare l'esistenza di un'altra intelligencija italiana, poco incline a lasciarsi attrarre dalle seduzioni del grande Partito comunista. I suoi esponenti avevano combattuto il fascismo negli anni del regime, in patria o all'estero, conoscevano la natura del movimento comunista, sapevano che le sue strategie non erano compatibili con il futuro di un paese democratico. Le loro origini politiche erano diverse, ma avevano una comune ispirazione liberale. Ricordavano i whig inglesi, i liberal americani e i migliori radicali francesi. Erano "Profeti disarmati", come li definisce Mirella Serri, ma avevano un piccolo quotidiano, "Risorgimento Liberale", che fu in quegli anni uno dei più vivaci e brillanti organi d'informazione e di opinione della rinata democrazia italiana. Il suo direttore era Mario Pannunzio che creerà, di lì a poco, un settimanale ("Il Mondo") ancora più intelligentemente agguerrito. Per tre anni, fino alle elezioni del 1948, "Risorgimento Liberale" di Mario Pannunzio rappresentò tutti coloro che erano al tempo stesso anti-fascisti e anti-comunisti. Con l'aiuto di Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Nicolò Carandini, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Mario Ferrara e altri, Pannunzio creò un'isola di non conformismo e di libertà intellettuale in una società che sarebbe stata progressivamente presidiata dai partiti di massa. A questa isola e alle forze che la stringevano d'assedio è dedicato il libro di Mirella Serri.