Summit. I sei incontri che hanno segnato il ventesimo secolo

Summit. I sei incontri che hanno segnato il ventesimo secolo

Summit. I sei incontri che hanno segnato il ventesimo secolo: I summit come forma di arte politica sono relativamente recenti. In tutte le epoche, ovviamente, ci sono stati incontri fra governanti per dirimere situazioni conflittuali, ma per summit - un termine coniato da Winston Churchill - si intende un incontro fra rappresentanti di Stati avversari in grado di distruggersi reciprocamente. Per questo si parla di summit solo con l'introduzione delle armi di distruzione di massa, dei bombardamenti aerei e, in particolare, della bomba atomica. In questo contesto, l'opera della diplomazia è particolarmente ardua: e tanto più difficile è arrivare a una soluzione negoziale, tanto maggiori saranno le doti personali richieste ai negoziatori. In alcuni casi, come a Monaco nel 1938, in cui la fiducia malriposta di Chamberlain in Hitler provocò un errore di valutazione, il summit non fa che avallare un drammatico processo in atto; in altri, come in quello di Ginevra del 1985, in cui l'abilità diplomatica di Shultz servì a preparare il terreno per un accordo fra Reagan e Gorbaciov e per la fine della Guerra fredda, serve per costruire nuovi scenari internazionali meno conflittuali. Sempre, comunque, l'elemento umano è determinante, come ricorda Reynolds descrivendo in tutta la loro complessità alcune fra le maggiori personalità politiche del secolo scorso.
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