Diario di bordo di uno scoordinato
"Ho deciso di scrivere questa corrispondenza epistolare, fiera, per restituire il giusto valore ai cambiamenti di vita degli handicappati, cambiamenti visibili quando sono riconosciuti dagli altri, dagli handicappati delle relazioni. Basta un sorriso, un'attenzione per nobilitarci. Facciamola corta: noi viviamo in mezzo agli altri, la nostra vita è pubblica! Per parlare di Paul bisogna mangiare con lui, bisogna leggere il libro di Paul, bisogna ridere insieme a lui. Per parlare di Paul dovete dimenticare le vostre certezze e venire a vedere il mostro, l'uomo. Lo yeti pensa! Il microbo che ha causato il mio handicap è lo stesso che può porre questa domanda, si chiama ignoranza. Sì, voglio esprimere la mia gioia di scrivere, dal momento che non posso parlare. È incredibile per i benpensanti, ma io scrivo e canto come tutti gli altri. Canto odi e poemi per oltrepassare il mio essere, per esistere." Con il "Diario di bordo di uno scoordinato", scritto a diciassette anni, Paul Melki ci regala un libro scritto in una lingua pura e limpida. Un adolescente incredibilmente dotato per la scrittura urla la sua voglia di vivere, i suoi sforzi per farsi comprendere, il suo amore per le parole e per la bellezza della lingua. Ma Paul Melki non può parlare né camminare. Non chiede compassione né pietà: fiero e ironico, il "Diario" di Melki è una testimonianza straordinaria sulla forza della letteratura e sulla volontà di vivere. Malgrado tutto.
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