La spartizione dell'Africa. 1880-1914
Nelle carte geografiche pubblicate intorno al 1880 l'Africa è un continente 'vuoto', appena presidiato lungo le coste da alcuni Stati islamici e da qualche rado possedimento portoghese, inglese, francese. Nelle carte pubblicate alla vigilia della Grande guerra non vi è territorio, a eccezione del regno d'Etiopia, che non appartenga a una potenza europea. Nei trentuno anni fra il trattato del Bardo (1881), con cui la Francia impose il suo protettorato alla Tunisia, e il trattato di Fez (1912), con cui lo impose al Marocco, un intero continente è stato occupato e spartito. In alcuni casi l'occupazione è stata pacifica e consensuale, in altri fortemente contestata e osteggiata dalle popolazioni locali. In alcuni casi le potenze europee hanno proceduto di comune accordo e tracciato frontiere, sul tavolo di una cancelleria europea, con l'aiuto di una penna e di un righello. In altri si sono rincorse e scavalcate.Questa grande epopea coloniale è il tema del libro di Henri Wesseling. L'autore conosce perfettamente le teorie economiche e le strategie politiche con cui il fenomeno colonialista fu spiegato e giustificato dai suoi contemporanei. Ma preferisce ritrovarne le motivazioni nella cultura e nelle ambizioni personali di coloro che ne furono protagonisti. Il libro, quindi, è una straordinaria galleria di ritratti. Vi appaiono gli uomini di Stato (Bismarck, Jules Ferry, Salisbury, Leopoldo del Congo, Paul Kruger, Guglielmo II), i militari (Gordon, Kitchener) i coraggiosi esploratori (Livingstone, Savorgnan de Brazza, Stanley), gli intraprendenti avventurieri (primo fra tutti Cecil Rhodes), i mercanti d'armi, i missionari. Questa storia fu scritta in Africa, ma è prevalentemente una storia europea di cui gli africani furono, con qualche eccezione, soltanto comparse o, peggio, vittime. Ma Wesseling osserva giustamente che la storia del continente, dopo la decolonizzazione, non può prescindere dagli avvenimenti della grande spartizione e dalle frontiere che le [...]