Red Hot Chili Peppers

Una strada tortuosa, la loro, caratterizzata da passi falsi anche clamorosi, eccessi di ogni tipo e tragedie, a partire dalla morte di uno dei membri fondatori per overdose, ma percorsa con una solidità e un entusiasmo tali da superare qualsiasi ostacolo, aprendo le porte a un'intera generazione di musicisti e gruppi, a partire da quei Faith No More che tanto devono all'esempio di Flea e soci, e che a loro volta sono giustamente considerati i numi tutelari di Incubus, Korn e tutte le attuali band di cui quindi i Peperoncini possono a buon diritto essere considerati i nonni. Che le potenzialità dei Red Hot fossero immense è dimostrato dal fatto che, una volta raggiunta la piena maturità, hanno impiegato pochissimo a trascendere quello che è l'ambito strettamente musicale, divenendo icone mediatiche a 360 gradi, grazie anche all'impatto incredibile dei loro video, ulteriore segno di modernità tutt'altro che da sottovalutare. Tant'è che, per chi è più vicino ai trent'anni che non ai venti, la prima cosa che viene in mente pensando alla band californiana probabilmente non è la musica, bensì un'immagine, quella dei quattro a torso nudo e ricoperti di vernice argentata nel videoclip di "Give It Away", il brano che ha dato il via al loro momento magico e che, insieme alla intimistica ballata "Under The Bridge", ha assicurato la gloria imperitura al disco che lo conteneva, rendendolo uno dei momenti chiave della musica dello scorso decennio e, senza esagerare più di tanto, della storia del rock in senso assoluto.