Il medico del sultano
Il XII secolo volge al termine, la Palestina è percorsa dagli eserciti del Saladino, intenzionato a coronare un'intera esistenza votata alla causa dell'Islam attraverso l'occupazione della Terra Santa e la riconquista del suo cuore pulsante, Al-Quds, la splendida Gerusalemme. Un'impresa colossale, destinata a un faticosissimo successo, strappato pezzo per pezzo alla strenua resistenza dei cristiani e dei loro paladini, cavalieri templari e ospedalieri pronti a tutto pur di difendere il Santo Sepolcro. Nelle retrovie delle armate musulmane rincontriamo, carico di anni e di fatica, Mosè ben Maimon, costretto a mettere la sua ormai celeberrima arte medica al servizio del Saladino. Ripercorriamo la sua vita in Egitto, segnata dalla nostalgia, dapprima pungente e testarda, poi più dolce e sfumata, per l'amata Sefarad, perduta al di là del Mediterraneo. Seguiamo il suo travaglio di coscienza che accompagna la sofferta decisione di prendersi a cuore, e sulle spalle, le sorti delle comunità ebraiche d'Egitto, contro una casta di notabili intriganti, attenti solo a difendere i privilegi guadagnati all'ombra dei dominatori musulmani. Ironia della storia, nel cammino che lo porterà a diventare uno dei più saldi punti di riferimento del suo popolo, Maimonide è accompagnato proprio da quel sultano che tanto stringerà i ceppi agli ebrei della Diaspora, il Saladino, a cui riconosce suo malgrado, pur nell'inconciliabilità religiosa, quell'autorità che solo gli spiriti illuminati sanno ispirare. Dopo "Il medico di Sefarad", César Vidal ci regala un altro romanzo incentrato sull'appassionante storia di Maimonide, il medico, rabbino e filosofo ebreo capace ancora oggi di farci vibrare con la luce della sua serena inquietudine esistenziale.
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