Cani di paglia
L'uomo è un animale come tutti gli altri: questa è la difficile eredità di Darwin, un'eredità che risulta ingombrante non solo per gli umanisti o i cristiani ma anche per tutti coloro che non rinunciano all'idea di governare razionalmente, consapevolmente il cammino evolutivo dell'umanità. Cadute le illusioni delle utopie politiche, svanita la fede in un aldilà ultraterreno, l'antico bisogno di salvezza alimenta oggi i sogni della tecnologia e della scienza. Scegliere il proprio patrimonio genetico, aspirare all'immortalità mediante ibernazione, rinunciare al corpo per entrare nella realtà virtuale: i miti sono in fondo gli stessi, segnati dalla fede nella libertà, dall'aspirazione al controllo totale di sé e del mondo. Ma libertà e controllo sono per Gray due fatali illusioni, radicate nell'illusione più grande di essere noi umani diversi dagli animali, da quegli animali che non hanno bisogno di scopi, finalità, progetti per stare al mondo. In compagnia dei grandi maestri dello scetticismo e del pessimismo occidentali, il viaggio letterario di Gray attraverso le stazioni della cultura moderna e contemporanea approda all'antica sapienza taoista, che ci apre le porte dell'accettazione del limite come possibilità di godimento pieno, ci insegna la natura dell'agire morale come gesto esatto e distaccato, ci mostra l'inconsistenza della nostra idea di realtà. Uno sguardo poetico come unico antidoto all'illusione più pericolosa, quella di poterci mai liberare dalle illusioni; un invito a guardare, con quieta vertigine, allo spettacolo della vita e a sentire in questo il compiersi del suo unico scopo possibile.
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