Lo stregone è nudo
Uno strano paradosso caratterizza quest'inizio di nuovo millennio: tanto più la scienza e la tecnologia assumono importanza per la nostra vita e il destino delle generazioni future, quanto più sembra dilagare una tendenza all'irrazionalità, un bisogno di rifugiarsi nelle superstizioni, nella parapsicologia, negli eventi soprannaturali propinati da astrologi, veggenti e guru. Con "Lo stregone è nudo", Georges Charpak e Henri Broch contrappongono a questa deriva irrazionale una vibrante apologia dello spirito critico e dell'indipendenza di pensiero. Per farlo, per smascherare l'inganno dello stregone, ci propongono di vestire i suoi panni, di impararne i trucchi e svelare il nulla che si cela dietro di essi. Ci insegnano così come sia possibile piegare oggetti metallici 'con la forza della mente', camminare senza alcun rischio sui carboni ardenti, convincere i nostri amici che sappiamo leggere nel pensiero. Ci svelano come il fenomeno fisiologico della permanenza retinica possa trasformare un'insieme di macchie casuali nella visione di un volto, come gli oroscopi si basino su un cielo che non esiste più da millenni e come già nel '700 uno scienziato curioso avesse svelato il meccanismo per nulla magico che sembra animare i pendolini e le bacchette dei rabdomanti. Denunciano, infine, gli interessi meschini che inducono sempre più spesso i mezzi d'informazione (e in qualche caso persino una parte del mondo accademico) a farsi complici dell'inganno. In un mondo che diventa sempre più complesso, la capacità di utilizzare lo scetticismo della ragione per compiere scelte consapevoli è troppo importante perché possiamo permetterci il lusso di sacrificarla alle manipolazioni di ciarlatani e falsi profeti. Scritto con competenza e passione, questo libro è una piccola ma potente arma per difenderci dalle loro subdole lusinghe.
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