Quella che chiamano la vita
Margarethe è una donna come tante. Vive in una piccola città, rispetta il marito, adora la suocera e ha una figlia. Margarethe non ha grilli per la testa, eppure, sempre più, quella che chiamano la vita sembra sfuggirle tra le mani. Da giovane aveva avuto qualche ambizione, si era persino innamorata, ma poi le cose avevano preso un altro corso, così piano piano il suo anelito di felicità è stato narcotizzato dal quotidiano. E invece ecco che arriva un momento in cui basta poco, basta ? banalmente ? un uomo, a risvegliarlo. Sarà una passione accecante, sarà il sogno di rinascita in una nuova esistenza, la possibilità di un riscatto. Margarethe fantastica un piano di fuga, ma quando i preparativi sono completi il sogno naufraga nella torpida, ottusa palude della realtà. Ormai però Margarethe non è più la stessa e la sua volontà un po? eroica e un po? patetica di riprendersi comunque in mano la sua esistenza non rimarrà priva di conseguenze. Elke Schmitter racconta in una "confessione" intensa e coinvolgente i pensieri di una Madame Bovary che anagraficamente potrebbe essere la madre di una trentenne d?oggi. E ci conduce nel mondo interiore di Margarethe mostrandoci la ragnatela invisibile che teneva prigioniere le donne prima che il femminismo, al di là di tutti i suoi eccessi, le facesse padrone della propria vita. Ascoltare la storia di questa donna infelice, ironica, coraggiosa, folle, disastrosa e inevitabilmente simpatica ci costringe a considerarne gli atti ? anche i più inaccettabili ? da una prospettiva che sposta il baricentro delle nostre certezze morali, e le fa vacillare pericolosamente.
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