I lombrichi di Darwin e la morte di Freud

I lombrichi di Darwin e la morte di Freud

Darwin e Freud fanno sparire Dio dalla scena, lasciano un vuoto tra l'uomo e la natura. Non deve quindi stupire che le loro idee siano state accolte dai contemporanei con veemente indignazione. Oggi però che noi conosciamo le loro opere o no, parliamo tutti un linguaggio che deve molto a quelli di Darwin e di Freud. Ci sembra infatti normale considerare l'infanzia e la sessualità come fonti di sofferenza, e vediamo noi stessi come animali che lottano per la sopravvivenza. Partendo dalla simpatia di Darwin per i lombrichi e dall'antipatia di Freud per i biografi, Phillips dimostra invece che in questi autori possiamo trovare elementi di consolazione, addirittura di gioia. Perché i due studiosi sono entrambi interessati soprattutto a come la distruzione conserva la vita e a come la perdita sia un'occasione di invenzione e creatività. Essi prendono ispirazione dai fossili e dai nebulosi ricordi dei sogni per mostrarci come la vita consista nell'utilizzo possibile di questi esigui resti del passato. E ci restituiscono così una visione dell'invecchiamento, della caducità e della morte come elementi che devono far parte della coscienza di noi stessi, insegnandoci l'arte della transitorietà e mostrandoci il sublime dell'effimero.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare

Melograni
Melograni

Anita Fiorillo, Pierangela D'Aniello, Valentina Patti
Ornitologia urbana
Ornitologia urbana

Marco Dinetti, Maurizio Fraissinet
Atlante di patologia ispettiva degli avicoli
Atlante di patologia ispettiva degli avi...

Stefano Ferrarini, Franco Mutinelli