L'impero interiore. Mito, autorità, potere nell'Europa moderna e contemporanea
Mito e impero sono oggi concetti guardati con sospetto dagli intellettuali che fanno opinione: un destino paradossale, se si pensa al lungo dominio che entrambi hanno esercitato sulla scena politica e culturale europea fra il tardo Ottocento e la prima metà del Novecento. La loro eclissi non sembra però dover durare ancora per molto. Con la crisi del pensiero razionalista e del culto della modernità secolarizzata vengono infatti meno i tabù che ne avevano decretato la messa al bando.Consapevole di questo inevitabile ritorno, ne "L'Impero interiore", Alain de Benoist cerca di restituire alle due nozioni l'integrità dei rispettivi significati. Il mito è, ai suoi occhi, non solo l'alternativa radicale al 'logos' come principio primo della natura, ma anche, secondo la lezione di Heidegger, il disvelamento del mondo; non è una visione soggettiva dell'ordine cosmico bensì la forza vitale che ricollega l'uomo all'origine, "raccoglie le certezze che il tempo disperde, riunisce ciò che la storia ha separato". E', inoltre, l'espressione più profonda della cultura europea, di cui l'Impero è la traduzione politica più fedele. A far da tramite tra queste due grandi costruzioni dello spirito del Vecchio continente è la nozione di potere, che in queste pagine è esaminata nella duplice veste di autorità spirituale e dominio temporale.Interrogandosi sulla struttura mitica e sul ruolo che il mito ha svolto nella formazione del pensiero contemporaneo, e mostrando come l'idea imperiale si opponga, nel suo nucleo federale, al giacobinismo dello Stato nazionale, de Benoist intende anche svolgere un'opera sull'attualità. Le sue riflessioni puntano dritto al cuore dei dilemmi post-moderni, indicando all'Europa una via di unificazione che ne ripristini la grandezza nel pieno rispetto delle differenze che ne costituiscono la grande ricchezza.
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