Acqua alla gola
'Acqua alla gola' narra la breve e amara vicenda di un matrimonio sbagliato che giunge alla sua rapida crisi nelle giornate di villeggiatura all'Isola d'Elba. In questo senso il romanzo è tipica opera dei primi anni cinquanta perché è la fedele, anche se quasi spietata, registrazione di un ritorno ad un modo di vivere emarginato per anni da cose di troppo più grandi. Berto è insieme il protagonista e il succube di questo modo di (non) vivere, e Del Buono ne fa una figura tra lo spregevole e il drammatico nella sua miseria più memore di qualche non ignobile velleità, di qualche progetto di vita che egli stesso non riesce a chiarire nel disordine della sua mente, e tanto meno riesce a tradurre nella sua volontà. Pur in circostanze e in un'età che hanno le loro precise caratteristiche, Berto può farsi per questo discendere da una lunga e illustre genealogia letteraria di personaggi superflui e perdenti, una trafila che può risalire fino a Svevo e che certamente passa attraverso il Rubé borghesiano e gli "indifferenti" moraviani, nonché tutti gli altri "uomini senza qualità" che occupano tante pagine della narrativa novecentesca italiana e mondiale.(dalla prefazione di Giuliano Manacorda)
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