La nuova xenofobia in Europa. Diversità e intolleranza alla fine del millennio

La nuova xenofobia in Europa. Diversità e intolleranza alla fine del millennio

All'indomani del 1989, l'Europa dei nuovi confini vede riaffermarsi con violenza un fenomeno storico che sembrava del tutto scomparso: la xenofobia. La realtà dei ventisette Paesi europei posti a confronto in questi saggi scritti da ricercatori dell'Istituto Universitario Europeo, testimoniano della complessità e varietà dei singoli fenomeni nazionali della xenofobia nel loro diverso manifestarsi nei vari settori sociali. Mentre il razzismo muove dalla pura proiezione ideologica - basata sull'inesistente concetto di razza umana - della superiorità di un gruppo etnico rispetto a un altro, la xenofobia invece, sentimento sociale di "paura dello straniero", nasce nel momento in cui un gruppo percepisce lo straniero come minaccia per la propria identità etnica e culturale. Il messaggio inquietante che emerge da tutti i contributi analitici mette in evidenza quanto le tensioni etniche non costituiscano una costante dei rapporti fra diversi gruppi, ma acquistano una rilevanza soltanto in particolari momenti di crisi sociale, economica, politica o di identità. Una "questione etnica" si pone per effetto di una manipolazione e strumentalizzazione dell'"altro", attraverso la sua colpevolizzazione, la falsificazione e l'abuso della storia, da parte di populisti alla conquista di posizioni di prevalenza politica e di potere. La lezione proveniente dalla ex-Yugoslavia può così trasformarsi in una minaccia per tutti i paesi: in ogni istante, anche la tacita approvazione di un atteggiamento xenofobo costituisce un pericolo per la democrazia e i diritti umani. L'argomento centrale su cui si fonda la xenofobia - "non c'è posto per gli stranieri" - rappresenta così il primo passo verso la pratica della "pulizia etnica".
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