La zona grigia di Minerva. Sogni e visioni del grande mistico del Settecento
La produzione dello Swedenborg scrittore è vastissima e multiforme. Da essa può essere dedotta una dettagliata documentazione e tutta una serie di spunti che consentono di seguire da vicino la vera e propria crisi mistica che a partire dal 1744 travolse letteralmente questa figura di illustre scienziato, sconvolgendone gli schemi mentali e conoscitivi e mettendo a dura prova le sue stesse certezze teologiche. Questa antologia si compone di una ricchissima scelta di brani particolarmente significativi in tale ottica e capaci di offrire uno spaccato del compesso sistema di pensiero swedenborghiano. Al centro di tutto c'è l'uomo, con le sue due realtà, naturale e spirituale, ed intorno a lui l'Universo intero, i Cieli e gli Inferni, si strutturano in società angeliche, Corrispondenze simmetriche, perenni e dilanianti scontri fra bene e male. Non possono nn colpire le affermazioni sulle molte Terre dell'Universo tutte ugualmente abitate da uomini; sulla ragione che ha fatto perdere all'uomo la primitiva innocenza, condannandolo a una radicale ipocrisia che gli impedisce perfino di riconoscere la propria indole; su un aldilà in perenne attività e mutamento, dove gli spiriti stessi scelgono per intima affinità le pene dell'Inferno e le gioie del Cielo. E Swedewnborg, con i suoi sogni e le sue visioni, ha lasciato inequivocabilmente segni indelebili non solo nella teologia, ma anche nella cultura letteraria dell'Ottocento e del Novecento: da Kant a Balzac, dalla Barrett Browning a Coleridge, da Poe a Valéry, da Borges a Jung, molti illustri personaggi hanno conosciuto, apprezzato e messo a frutto l'opera di questo originale mistico, che Goethe definì il "venerabile veggente della nostra epoca, sapiente pensatore della fede teologica e naturalistica".
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