Il corpo del re. Sacralità del potere nell'Europa medievale e moderna
Il tempo storico anteriore a ciò che un libro famoso ha chiamato la crisi della coscienza europea (una "crisi religiosa" sottolinea Sergio Bertelli), quel momento in cui - secondo un'efficace immagine - una comunità di credenti si trasformò in un folla di spettatori, presenta, al di qua dello iato della rivoluzione scientifica, indistinte le dimensioni della sacralità politica e della religione, ed esibisce il potere quale oggetto di un particolare culto. Questo lavoro di Sergio Bertelli, è un'indagine documentata da un puntuale e vasto corredo iconografico, sui sistemi di simboli e sui comportamenti rituali propri di tale culto, in quel mondo profondamente permeato dalla religione. Cosa significò, per l'uomo della tarda latinità , del Medioevo e della prima età moderna, la venerazione per il proprio sovrano?La 'religio regis', nelle sue varie forme, è un fattore di profonda coesione nella società d''ancien régime': gli stessi monarchi sono sinceramente convinti della propria missione unificante. I complessi e raffinati cerimoniali, penetrati per osmosi in Occidente da quell'inesauribile officina di metafore che è stata Bisanzio, e successivamente diffusisi in tutta Europa per le vie della pace e della guerra, compongono un articolato sistema rituale e simbolico, finalizzato a testimoniare l'unità del corpo sociale in un campo divino e taumaturgico, padre e benefattore del suo popolo. Bertelli procede rintracciando le diverse cerimonie elaborate dalle genti in un millennio per sottolineare la divinità , il carattere soprannaturale del corpo naturale del sovrano, secondo il modello della 'Christomimèsis', che vuole come in quello del Cristo, la compresenza di due nature nel corpo del re. Vengono analizzati, da tale angolazione, sia i cerimoniali straordinari (l'intronizzazione, il trionfo, la morte) che ordinari (il cibo, il sonno, il sesso); le violenze reali e rituali che accompagnano i momenti liminali in cui il sovrano è "assente" (la malattia, l'agonia, l'interregno), per affrontare infine l'istante del rovesciamento, quello in cui i popoli attuano il cerimoniale supremo della detronizzazione e del regicidio.
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