Tra culto della memoria della scienza (il Museo archeologico di Fiesole tra Otto e Novecento)
Con 16 tavole fuori testo.Un esame puntuale della vicenda del museo fiesolano, fin dalla sua fondazione, avvenuta nell'Ottocento affinchè diventasse luogo di celebrazione e memoria del "genio nazionale" (siamo a pochi anni dall'Unità) e insieme laboratorio di produzione del sapere, secondo la duplice funzione attribuita agli istituti museali nella fase storica esaminata. La ricerca è basata in maggior parte su materiale inedito d'archivio proveniente da Fiesole, Firenze e Roma.Il Museo archeologico di Fievole, inizialmente ideato (1870-75) come luogo di raccolta di reperti di scavo locali a seguito dell'attività promossa da una delle prime pre-Sovrintendenza (la Regia Deputazione per gli Scavi d'Etruria), diventò successivamente luogo di discussione e ricerca di più ampio respiro grazie alla partecipazione di alcuni tra i maggiori nomi della scienza antiquaria e della cultura del tempo, tra i quali Carlo Strozzi, numismatico di fama mondiale e, ai primi del Novecento, Guido Carocci, il cui ruolo di spicco nella cultura fiorentina del tempo è ormai riconosciuto.Nell'ambito della museologia il caso fiesolano è rappresentativo di un fenomeno più vasto, a tutt'oggi poco studiato: la ricontestualizzazione del patrimonio storico-artistico nazionale attraverso la creazione di istituti decentrati, evento destinato a sconvolgere in maniera definitiva la "mappatura" museografica italiana. La nascita di un museo in una località decentrata si poneva come esperimento di forte novità, risultato di quel recupero della storia locale all'epoca considerato un'idea rivoluzionaria.
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