Carcere degli scalzi
Una cronaca da dietro le sbarre di un testimone e protagonista delle vicende vissute dagli imputati del processo istruito a Verona dal Tribunale speciale dalla Repubblica di Salò contro i votanti a favore dell'ordine del giorno Grandi che provocò la caduta di Mussolini (seduta del Gran Consiglio del 25 luglio 1943). Il "processo di Verona" si concluse tragicamente con la fucilazione di alcuni degli imputati più "compromessi", fra i quali Galeazzo Ciano, l'11 gennaio del 1944.Il testo ha l'immediatezza e il dolore di una storia vissuta in prima persona; accanto al discorso politico troviamo, infatti, la caratterizzazione penetrante di personaggi che, nella prospettiva della morte, dimentichi del potere perduto, trovano momenti di grande umanità e compostezza: l'amico fraterno dell'autore, Galeazzo Ciano, altri membri del Grand Consiglio come Pareschi, Marinelli, Cianetti; e poi ancora, la misteriosa Frau Beetz che, mandata dalla Gestapo a carpire a Ciano rivelazini sui suoi "Diari", ne rimane presa; la comprensiva guardia Pellegrinotti, il cappellano don Chiot, che assiste con dedizione e coraggio fino all'ultimo i condannati, i detenuti del carcere...L'interesse del libro è dato, oltre che dall'importanza del fatto storico, anche dalla capacità dell'autore, testimone e protagonista, di entrare in contatto con i suoi compagni di prigionia e di sdrammatizzare, attraverso un resoconto serrato degli atti più quotidiani, la tragicità di quella vigilia di morte.In appendice, una serie di documenti inediti di commento al libro, tra questi, lettere di Umberto II, Dino Grandi, Giuseppo Bottai, Vittorio Cini, Luigi Federzoni, e numerose foto.
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