Calibano e altri saggi
Il saggio che dà il titolo a questo volume (il primo che offra al lettore italiano in modo organico il pensiero di Retamar), pubblicato per la prima volta nel 1971, più volte ristampato e tradotto in molte lingue, appartiene ad un momento particolarmente intenso del dibattito culturale latinoamericano. Sulla spinta del processo di liberazione dei popoli coloniali e neocoloniali, che appariva allora travolgente, esso rivendica orgogliosamente e provocatoriamente la barbarie - intesa come irriducibile alienità nei confronti della cultura e della morale dei conquistatori - quale segno di ditinzione e prezioso nucleo di identità e di unificazione. Non Ariele, come voleva José Enrique Rodò nel suo saggio omonimo (1900), ma Calibano è il simbolo dei popoli latinoamericani: Calibano, l'essere malvagio e deforme, la "creatura dell'altro mondo" che, nella "Tempesta" di Shakespeare, è il primitivo abitante e signore dell'isola dove sbatrca il mago Prospero, il quale, con la sua superiore conoscenza, lo "colonixzza", riducendolo all'impotenza e alla schiavitù. Sullo sfondo dfi questo approccio fondamentale, i temi essenziali e i problemi cruciali dell'identità e della specificità latinoamericana vengono estesamente analizzati negli altri saggi raccolti nel volume.
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