L'«Inno omerico a Ermes» e le tradizioni locali

L'«Inno omerico a Ermes» e le tradizioni locali

L'Inno omerico a Ermes nel quale l'anonimo autore racconta due episodi fondamentali nell'infanzia del dio, costituisce una delle pagine più divertenti nel panorama della poesia greca arcaica. Lingua e stile fanno pensare a una datazione relativamente tarda, ma nessuno studio sistematico è stato finora dedicato al problema della sua localizzazione. Tuttavia, il confronto con le tradizioni poetiche locali apre nuove prospettive di ricerca e consente di raggiungere risultati inediti: l'episodio centrale dell'Inno, ossia il furto delle vacche di Apollo, deve essere messo in relazione con la tradizione di miti di abigeato nati nel Peloponneso (e connessi con il regno di Pilo). Nel VII secolo, insieme alle genti stanziate nel regno di Pilo, migrarono ad Atene le loro tradizioni, e lì furono rielaborate. Tra queste va incluso anche il mito del furto delle vacche, poiché l'Inno si presenta come il prodotto di un abile poeta ateniese. L'accurata analisi delle testimonianze vascolari rimanda infatti da vicino alla realtà ateniese e consente di collocare il carme negli anni a cavallo tra la fine del VI e l'inizio del V secolo, in contemporanea con l'introduzione del culto di Ermes ad Atene.
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