Dopo molte estati muore il cigno
Un eccentrico miliardario di Hollywood ossessionato dalla paura della morte; un umanista inglese istruito nel più puro stile "Trinity College"; una bionda e svampita attricetta devota alla Santa Vergine; un cinico scienziato alla ricerca della formula per l'immortalità e il suo ingenuo aiutante; un artigiano utilitarista eccezionalmente colto. Queste sono le figure che popolano il castello californiano dall'architettura bislacca definito "la Cosa". Ed è intorno a loro che Aldous Huxley ha costruito una storia, al tempo stesso satirica e filosofica, incentrata sull'antico desiderio dell'uomo di vivere per sempre. Il titolo di questo romanzo, infatti, è tratto da un verso della poesia Tithonus di Lord Tennyson, ispirata al personaggio mitologico al quale Zeus concesse l'eternità ma non l'eterna giovinezza. Pubblicato nel 1939, "Dopo molte estati muore il cigno" è il modo in cui Aldous Huxley - che da poco aveva lasciato l'Inghilterra per trasferirsi in California - ha raccontato il proprio punto di vista sulla cultura americana e il suo narcisismo, la sua superficialità e, appunto, la sua ossessione per la giovinezza.