Come fratelli
Dario è diventato un noto e discusso "santone televisivo" che porta avanti una propria privata utopia evangelica e francescana. Andrea è uno scrittore. I due sono amici dai tempi dell'adolescenza, hanno condiviso libri, scoperte, viaggi, passioni e ragazze. Sono molto diversi tra loro. Andrea è un leader nato ma è timido e impacciato. Dario ha una personalità complessa ed esuberante. Eppure sono inseparabili, uno al fianco dell'altro, uno a sostegno dell'altro. La loro amicizia passa indenne attraverso gli anni, le incomprensioni, le difficili prove della vita, le profonde mutazioni sociali che attraversano il Paese. Come negli altri romanzi, racconti e reportage di Carraro l'ambientazione romana non è soltanto una cornice della storia. E non è accessoria neppure la circostanza che l'autore si chiami Andrea come uno dei due protagonisti e che il romanzo che egli scrive sia proprio il romanzo "Come fratelli". La potente parabola dell'amicizia fra lo scrittore Andrea e il "santone televisivo" Dario Luciani getta una luce su questi nostri anni attratti dal sacro ma in balia di istanze irrazionalistiche e parareligiose che possono fondersi perversamente ai mezzi di comunicazione di massa (televisione, rete). Lo scrittore Andrea nel libro che va scrivendo sul suo vecchio amico racconta tutto questo, ma racconta anche se stesso, la propria adolescenziale e conformistica ferocia da "branco", la propria cronica debolezza che neppure la letteratura è riuscita a riscattare.
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