Felicità di perdersi. Poesie 1998-2012
"Roberto Pazzi ritorna alla poesia con un titolo che è un ossimoro allusivo alla ricomposizione di un dissidio. E una poetica attratta dalla noluntas di Schopenhauer e dall'aspirazione alla Persuasione, contro la Retorica, di Michelstaedter, l'autore italiano moderno in cui più vibra un'ansia di assoluto. In "Felicità di perdersi" la lirica di Pazzi, tentata di farsi sapienziale, è pur sempre visiva nella fedeltà alla terra e alle sue stagioni (...inverno, vieni in fretta, liberami dall'estate...), alla città amata ed eletta ad osservatorio permanente (Ferrara è la mia camera da letto). Spalanca lo scenario la stessa magia visionaria dei suoi romanzi, riaccesa anche nel verso dal timbro leggero, affidato alla musicalità di un gioco di assonanze e allitterazioni. Così dal Po, dilatando i cortili antichi e la sala d'attesa ferroviaria di Ferrara."
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