Disertori
In una stanza d'ospedale, Alvise Preda sta per morire. E vecchio e sereno. Lo assistono i figli Federico e Donna. L'apparizione improvvisa di un vecchio amico, detto "l'Argentino", cambia tutto. L'Argentino è venuto per raccontare loro tutta la verità sul padre. Una verità che affonda le radici in tempi lontani, quasi in un'altra vita, e che ha a che fare con gli orrori della Seconda guerra mondiale, l'Albania, il Montenegro, la Dalmazia. Alvise nell'Esercito, l'Argentino nella Milizia. All'indomani dell'8 settembre i due, conosciutisi in un'osteria di Spalato, decidono insieme a una dozzina di fascisti di rientrare in Italia con onore, contro tutti: contro i comunisti e gli slavi, contro gli italiani traditori, contro i tedeschi invasori. Ma per la maggior parte di loro l'onore e l'idealismo c'entrano poco: sono giovani che la guerra, l'ignoranza e il temperamento hanno trasformato in banditi. Comincia così una marcia di quattrocento chilometri per raggiungere l'Istria attraverso le montagne dinariche, nei boschi. Il viaggio, il terreno sconosciuto, gli scontri armati dimezzano la compagnia, finché una partigiana croata catturata fa precipitare la situazione: la ragazza, violentata e poi ammazzata dagli altri, scatena la rabbia di Alvise e dell'Argentino, che uccidono tutti i camerati. Da quel momento la marcia prosegue solo per loro. Ma ad aspettarli sarà ancora una volta un destino di sangue, di ferocia gratuita...
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