Meno Agnelli, più Fiat. Dall'avvocato a Marchionne, cronaca di un cambiamento
Dopo più di 110 anni la Fiat cambia pelle. Con la scissione in due società distinte, una per l'auto e l'altra per le rimanenti attività, non si compie soltanto un'operazione finanziaria (tra l'altro richiesta da tempo dai mercati), ma si chiude un ciclo. In prospettiva, la famiglia Agnelli è destinata a diluire la propria quota: questo avverrà quando la Chrysler, ormai risanata, sarà fusa con Fiat. D'altra parte è stato lo stesso John Elkann, presidente del gruppo, a dichiarare che è preferibile "essere azionisti più piccoli di una società più grande". Anche se possedere una quota minore non vuol dire diventare necessariamente soci di minoranza. Quella di una Fiat più internazionale, che insieme con Chrysler punta a diventare uno dei primi produttori di automobili al mondo, è l'unica soluzione possibile per sopravvivere nel mercato globale. Sergio Marchionne, il manager che dal giugno 2004 guida la holding, ne è convinto. Ora il traguardo è vicino, ma il cammino è stato lungo. Il libro ricostruisce le tappe di questo processo, con rigore ma anche con gusto giornalistico, a partire dalla scomparsa dell'avvocato Giovanni Agnelli fino al varo del piano industriale che dovrà traghettare l'azienda fino al 2014.
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