Dell'altra emigrazione. Paternò. Riflessi e casi di Sicilia
Colui che lascia il proprio paese di origine sperimenta il distacco da paesaggi familiari e persone care. Anche dopo anni di serena integrazione nel luogo che ci ha accolto, irrompe il malinconico sentimento della nostalgia. E proprio la nostalgia forma la tessitura di questo saggio narrato, che si sviluppa a partire dalla constatazione di quanto sia forte il legame alla Sicilia, anche per la seconda e persino la terza generazione di emigrati. Da cosa è determinato un tale sentimento da cui scaturisce un comportamento e soprattutto una visione del mondo con gli occhiali della sicilianità? Perché questa visione è più forte e più pregnante delle altre? In cosa consiste la forza di questa cultura che permea l’essere in modo indelebile? A tali domande tenta di rispondere questa ricerca olistica in cui la letteratura predomina su antropologia, sociologia, psicologia e storia, procedendo per analogie. Ampie citazioni di brani letterari ci mostrano la bellezza struggente di tali opere, ma anche l’aderenza di personaggi e situazioni alla realtà. Verga, Capuana, Martoglio, Brancati, Tommasi di Lampedusa, Vittorini, Bufalino, Consolo, Sciascia, Camilleri e il nostro sommo autore Luigi Pirandello. Hanno lasciato Paternò (in provincia di Catania) degli emigrati eccellenti, il cui percorso si intreccia e i cui nomi più noti per l’attualità sono: Michelangelo Virgillito, Salvatore Ligresti e la famiglia La Russa. I casi evocati di persone reali, intrise dagli umori di questa terra drammaticamente bella e contraddittoria, svolgono una funzione paradigmatica e servono ad introdurre una riflessione riguardante usi e costumi della Sicilia insieme ad atteggiamenti, mentalità, sentimenti condivisi: l’Etna e la sua mitologia; i matrimoni consanguinei ; l’accidia e il fatalismo; la roba; gli amori ancillari; il riserbo; le nostre pietanze; il dialetto; le feste; i “giardini”; L’Opera dei pupi; i cantastorie e gli abbanniaturi; la fuitina; il mare; la luce; la famiglia; la reputazione e l’onore. La parte centrale del libro (ricostruita anche attraverso un diario inedito) entra nel vivo della politica democristiana vista dall’interno da un suo protagonista paternese, sia a livello regionale che nazionale. Il protagonista, di cui si traccia il ritratto morale, ha incontrato e lavorato a fianco dei padri fondatori della DC da don Sturzo a De Gasperi e successivamente con i più importanti leaders del partito: Fanfani, Moro, Andreotti, Rumor, ecc. Due attrici Mariella Lo Giudice e Margareth Madé introducono il problema identitario, fondamentale per la drammaturgia pirandelliana e al contempo per l’emigrato che deve ritrovare la propria centralità dopo il trauma del distacco. L’attaccamento alla propria terra di origine e la memoria ci conducono alla meta agognata da tutti coloro che hanno lasciato la loro terra: il RITORNO.
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