Egloga e spettacolo nel primo Rinascimento. Da Firenze alle corti
Il mito nello spettacolo di corte primo rinascimentale passa anche attraverso le storie dei pastori, i loro canti, le danze e le fughe delle ninfe, gli inseguimenti e le caccie, che animano l'egloga evocando scenari di rappresentazione antichi e moderni per mezzo dell'allegoria e della maschera del pastore-cantore alla lira. Questo libro affronta la questione assai dibattuta dell'egloga rappresentativa, che, come la maggior parte dei fenomeni legati alla sfera dell'intrattenimento e dello spettacolo del Quattrocento, è stata appiattita dalla storiografia sugli 'sviluppi' del secolo successivo e, nel caso specifico, sulla definizione cinquecentesca del dramma pastorale in termini vitruviani e aristotelici. Cambiando invece prospettiva, il presente lavoro, riconduce le esperienze egloghistiche maturate nel Quattrocento entro un quadro di acceso sperimentalismo sulla poesia recitativa e su espressioni dell'intrattenimento e della produzione spettacolare del tutto peculiari del periodo, rintracciando nuove linee di connessione tra egloga e teatro. "Egloga e spettacolo" ricompone la vicenda dell'egloga volgare quattrocentesca in due atti e due intermezzi, racchiusi da un prologo e da un epilogo. Muove da Firenze, da Siena e dai poeti di età laurenziana, dove il recupero, unicamente lirico, dell'egloga si connette con la sperimentazione sul verso volgare e con un'idea nobilitata di prassi recitativa. Lo studio prosegue inseguendo l'epidemia bucolica lungo tutta la penisola e giungendo a Ferrara.
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