Taccuino per «Satura». Elaborazione e tematiche del quarto libro di Montale
Un piccolo libro, meglio: un taccuino. Non nel senso di successione di annotazioni affrettate o impressionistiche, funzionali solo a cogliere un momento di realtà: la poesia chiede - dovrebbe chiedere - tempi lunghi e distesi. Taccuino per indicare una pubblicazione consapevole dei propri evidenti limiti, e originata da una reazione personale a versi che, spesso, non sono quasi più versi: abbassati di quota per dire a modo loro la quotidianità, non protesi alle vette del pensiero o del sentimento. Il Montale di "Satura" non è più, o quasi più, il poeta onorando dei primi tre libri. Satura, infatti, echeggia i balbettii, il vociare confuso, gli strepiti, le esplosioni e - a un tempo - i silenzi scoraggiati di una fase della vicenda italiana: tra rinnovamento culturale (con i suoi rischi forse inevitabili anche di banalizzazione e fumosità), confronto politico-civile a momenti asperrimo e disagio delle coscienze.
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