Fasciste. La vita delle donne nel ventennio mussoliniano
Squadriste, dirigenti di partito, intellettuali e giornaliste, ma anche impiegate, casalinghe, operaie e contadine. L'altra metà del cielo in camicia nera: un fenomeno che ebbe una rilevanza significativa all'interno del regime fascista, ma che pure, curiosamente, è stato fatto oggetto solo di studi sporadici o di taglio severamente accademico. A colmare questa lacuna interviene ora Fasciste, la prima "radiografia" a 360 gradi della componente femminile nel corso del ventennio mussoliniano. Introdotto da un contributo di Ben Pastor (stavolta nella sua veste di docente universitaria e militante femminista, anziché in quella, assai più nota nel nostro Paese, di scrittrice di romanzi storici) e suddiviso in nitide sezioni tematiche (vita quotidiana delle donne dal 1922 al 1943, organizzazioni femminili del Partito Nazionale Fascista, biografie di "camerate esemplari"), il saggio di Sergio Vicini è una cavalcata divertita e divertente attraverso un territorio storiografico denso di scorci inattesi e panorami sconcertanti: un modo nel contempo leggero e rigoroso per riportare alla luce una delle pagine più nascoste e ingiustamente svilite di un periodo in cui la parola "fascista" - intesa sia come sostantivo che come aggettivo - per volontà dello stesso Regime poteva essere declinata anche al femminile. Con esiti, non di rado, assolutamente imprevedibili.
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