Le identità involontarie
"Se può esservi passione nella grammaticalizzazione del mondo (pesatura), la poesia della Ward è appunto ciò: bilancia linguistica nell'esitare tra affermazione ironica/sensuale e negazione. L'originalità di questa raccolta sta nel talento profuso là dove l'empasse retorico è scioccato dall'evidenza; sto dicendo che questa è una raccolta di corpo e ironia e, quindi, di poesia tornata alla sua necessità originaria e archetipica, e non il risultato librario metodico ed infine fatiscente di chi si è avviato alla scienza di Orfeo senza carne. Questa è poesia di femmina, e non nel senso della pronuncia retorica della differenza o dello statuto "femminista", è poesia che conosce le irragionevoli (involontarie) condizioni del generare; raccolta di stati straniati, accettati nella capacità ginecocratica di produrre senso partendo dalla percezione del corpo." (dalla prefazione di Michelangelo Zizzi)
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