Una periautologia paradossale. Analisi retorico-letteraria di Gal 1,13-2,21
Passeggiando nell'epistolario paolino stupisce il constatare come nei passaggi cruciali di alcune lettere l'apostolo Paolo fa leva sulla sua personale esperienza per aiutare le comunità a progredire nella fede senza cedere a facili scorciatoie. Lo studio offerto in questo testo è nato dal desiderio di comprendere se, nell'autobiografia della Lettera ai Galati, l'enfasi posta sull'"io" di Paolo avesse un intento elogiativo, e la finalità per cui l'apostolo argomenta in questi termini in Gal 1-2. La presente monografia su Gal 1,13-2,21 introduce alla Lettera ai Galati attraverso due capitoli di carattere generale. Mette, poi, a disposizione un'attenta analisi esegetica del testo con il suo relativo sbocco teologico, offrendo così una sintesi di quanto l'apostolo intende comunicare ai galati. Il risultato della nostra indagine aiuta il lettore a comprendere che ci troviamo di fronte ad un auto-elogio paradossale di Paolo. L'apostolo, infatti, in questa argomentazione fa scivolare l'attenzione dalla sua personale esperienza a colui che ne è all'origine. In tal modo egli manifesta ai galati l'origine divina del Vangelo da lui annunciato, ed offre un esempio di fedeltà ad esso contro qualsiasi tentativo di allontanamento o travisamento.
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