Briganti italiani e viaggiatori inglesi

Briganti italiani e viaggiatori inglesi

Quando viaggiare era ancora un piacere, il tour in Italia era considerato dagli inglesi come un'esperienza fondamentale, il completamento di ogni educazione veramente raffinata. Tenuti lontani dalla Penisola per tutto il periodo napoleonico, letterati, pittori, collezionisti e gentiluomini vi si riversarono all'indomani della Restaurazione per scoprire le vestigia dell'antichità classica e i capolavori del Rinascimento, ma anche alla ricerca delle suggestioni del 'pittoresco'. Tra questi vi era anche William Moens, agente di Borsa a Londra. Rapito da una banda di briganti, si trovò a essere protagonista suo malgrado delle storie avventurose tanto care all'immaginario romantico del suo secolo. Ostaggio di temibili banditi tra i monti del Salernitano, Moens seppe conquistarsi il loro rispetto e la loro ammirazione. Tornato in patria, 'don Guglielmo' stese con spiccato gusto narrativo il resoconto della sua prigionia, denunciando la piaga del brigantaggio e proponendo drastici rimedi per cancellarla. Prese forma in tal modo un racconto affascinante e veritiero che si offre quale fonte documentaria di prima mano e motivo di riflessione storiografica.
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