I falsi protocolli. Il «complotto ebraico» dalla Russia di Nicola II ai giorni nostri
Dietro un libro dal titolo apparentemente innocuo, "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" (il cui testo è riprodotto in appendice), si cela una delle più subdole e pericolose falsificazioni del nostro secolo. Apparsi nei primi anni del Novecento in Russia, i "Protocolli" descrivono lo straordinario complotto ordito dagli ebrei per dominare il mondo. Nel 1920 il giornalista inglese Philip P. Graves destituì il libello di ogni fondamento, riconoscendovi il plagio di un pamphlet antibonapartista e di alcuni testi antisemiti dell'Ottocento. Ciononostante, la diffusione dei "protocolli" non ha conosciuto interruzioni: scritti dai servizi segreti zaristi per fomentare i pogrom che insanguinavano l'impero, essi riappaiono periodicamente alla luce a sostegno di ogni campagna antisemita, nella Germania hitleriana e nell'Italia fascista come nei Paesi arabi e nella Russia dei nostri giorni. Sergio Romano ripercorre magistralmente la storia di questa mistificazione, degli scopo a cui è servita, degli orrori di cui è responsabile.
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