Morte a credito

Morte a credito

Cresciuto in un'atmosfera soffocante e carica d'odio, illuminata solo dalla presenza della nonna Caroline e dello zio Edouard, il giovane Ferdinand narra le proprie esperienze familiari, scolastiche, erotiche, di viaggio e di lavoro, sfogando in un racconto crudo, incontenibile, allucinato, la cupa amarezza e il feroce risentimento per l'indigenza in cui è stato costretto a vivere, per le fatali incomprensioni, le ripetute umiliazioni, le percosse e per lo stato di miseria morale e fisica in cui pare gettata, insieme a lui, tutta l'umanità. Pubblicato nel 1936, "Morte a credito" è il secondo grande romanzo di Céline, che nelle sue pagine ricostruisce una sorta di antefatto del suo libro d'esordio, il "Viaggio al termine della notte", ritornando alla sua infanzia e adolescenza. Grazie soprattutto a una prosa dotata di una sconvolgente carica espressiva e visionaria, brulicante di ossessioni, oscenità e violenza, "Morte a credito", come scrive Carlo Bo nel saggio introduttivo, si staglia nel panorama della letteratura novecentesca "come un'opera straordinaria di ricognizione umana che non ha avuto seguito, pur rimanendo, come realmente è, una delle proposte più forti che il secolo abbia registrato sul suo libro dei conti".
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