Van Dyck
Anversa, Genova, Londra: sono questi i luoghi che hanno accolto la folgorante carriera di Anton Van Dyck (1599-1641), grande protagonista del "secolo d'oro" fiammingo. Il suo percorso artistico fu breve, ma ricco e articolato: dapprima ci furono il soggiorno a Genova e i viaggi in Italia, con il superamento della maniera rubensiana attraverso lo studio dei maestri del Rinascimento; poi il ritorno ad Anversa, con le committenze borghesi e l'incarico di pittore di corte dell'arciduchessa Isabella; infine gli anni passati in Inghilterra a ritrarre l'aristocrazia come pittore ufficiale degli Stuart.Nei dipinti con soggetti mitologici e religiosi Van Dyck lasciò libere tutte le potenzialità espressive del colore, con straordinaria leggerezza, eleganza e intensità di tocco. Ma fu soprattutto per i ritratti, notevoli per l'intensità psicologica, che passò alla storia e che la sua pittura ebbe una portata europea.Dopo il grande successo della mostra di Genova nel 1997, Leonardo Arte dedica al grande pittore fiammingo un volume di sintesi che ne presenta le opere più significative: un ricchissimo e spettacolare apparato iconografico, schede critiche e testi interpretativi di facile lettura accompagnano il lettore alla scoperta di questo grande interprete della pittura barocca e dei suoi capolavori. L'autrice si sofferma anche sulle vicende umane del pittore, dal legame con Rubens alla passione per le donne, dai rapporti con l'entourage di corte al disagio di essere riconosciuto solo come ritrattista, dalla malattia alla morte precoce, a soli 42 anni, pochi giorni dopo la nascita della seconda figlia.