Amore senza vocabolario. Racconti del lager 1943-1945 e altri scritti
"Frugando tra le carte d'archivio ho ritrovato, con sorridente commozione, i fogli ingialliti dei racconti scritti dopo il mio rientro dalla Germania. Eravamo nel 1945. Mezzo secolo fa! ". Così Pagliarani introduce la pubblicazione di questi Racconti del Lager, scritti per "dare una qualche rappresentazione a quelli di casa sulla vita di noialtri, brutalmente deportati in terra tedesca". Chi legge sorride e si commuove a sua volta, preso da una scrittura leggera che stempera nell'ironia la tragicità degli avvenimenti. L'intento dell'autore, tuttavia, va oltre il piacere della narrazione: "chissà che la stampa di queste pagine non aiuti, quasi come il fazzoletto con cui puliamo le lenti appannate, a vedere lucidamente l'orrenda stupidità della guerra, incapace di risolvere i conflitti che ci dilaniano". E conclude: "Sì, la pace è difficile. Paradossalmente non è per niente pacifica, e richiede tutta l'intelligenza che abbiamo. Persino di più".
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