Tre amori conditi con miele e veleno
Il libro è il resoconto di tre esperienze amorose che un professore a riposo confida a una diciottenne. I due, incontratisi per caso in una villa comunale e scambiate due parole, decidono di continuare il dialogo tramite chat. Prende così corpo il racconto dei tre amori vissuti dal professore. Il primo è un amore contrastato ed equivoco, che si è acceso solo nell'insegnante; il secondo è un amore tutto sbilanciato sugli infuocati labirinti dell'eros; il terzo più che un amore vero e proprio è un tentativo abortito di amicizia e di amore. Il libro nasce come critica a un famoso verso dell'Inferno di Dante Alighieri, il verso 103 del canto V: "Amor, ch'a nullo amato amar perdona".
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