Apocalypsis cum figuris. Figure per il secolo presente
"'Cosa ne sappiamo/ dell'incauto trascinante torrente/ che concede a tutti/ le stesse possibilità, lasciando/ qualche isola di ghiaia/ per le nostre impronte': in questi versi è forse rintracciabile la domanda che presiede alla stesura di questo lungo poema di Piero Marelli. La voce poetica, infatti, nasce come risposta a un appello, a una chiamata, in questo caso a un'interrogazione che la storia continuamente pone sul suo stesso significato e sul significato di chi la abita. Ma nei versi citati non compare il punto di domanda, sembra invece affermata l'incapacità per ciascuno di noi di trovare il senso di questo torrente impetuoso che trascina tutto con sé, che non risparmia nulla. E allora, quasi contraddicendo questa certezza dell'incerto senso dell'incauta storia, il poeta affronta la sfida di tornare a leggere il secolo assente, il secolo breve dell'ideologia e dei totalitarismi, il secolo in cui alla disfatta dell'uomo hanno contribuito, con non poche responsabilità, anche l'arte e il discorso poetico." (dalla prefazione di Corrado Bagnoli)
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