Anatomia dell'ovvio
"Poeta della schiettezza e del parlar chiaro, Pietro Salmoiraghi non teme in questa sua ultima raccolta di poesie di guardare, quasi esaminare liricamente le strutture dell'ovvio, la sua anatomia, come il calzante titolo suggerisce. "Ovvio", ben attenzione non "banale", perché nel portare alla superficie riflessioni a cui prima o poi ogni essere umano, in quanto finito, si abbandona, ammettere quanto siano veri i "luoghi comuni sulla vita" non ha nulla di scontato, ma al contrario, richiede coraggio. Laddove, sembra dirci il poeta, la forza non sta tanto nel rifiuto di ciò che è estraneo, ma in una sorta di venirvi a patti. La precarietà dell'essere umano, la sua debolezza, il definitivo evento della vita che è la morte, sono temi che la poesia ha da sempre sviscerato, nulla si inventa, ma nuove sono le parole con cui se ne può parlare, perché la parola, il significante, non contiene un solo oggetto, non è un sottovuoto, ma dilata i suoi spazi per accogliere sfumature di significato a cui ciascuno può accedere tramite il suo vissuto e la sua forma mentis, come in una stanza." (dalla presentazione di Elena Pozzi)
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