Poesie del terrore

Poesie del terrore

"'Oscuro', in tutte le sue diverse accezioni, declinazioni, sfumature, è un termine ricorrente nel lessico poetico di Saverio Bafaro: la sua presenza circoscrive uno spazio dominato dall'ambiguità, ma non nel senso di sollevare incertezze, quanto in quello di stabilire, tra i suoi elementi tenebrosi e il soggetto che si dispone ad attraversarli, una duplice corrente. L'io si carica di quell'oscuro che teme e che può generare il "terrore" di queste poesie, ma diviene anche una possibile e autonoma sorgente di terrore. Il tema che i versi di Bafaro ci chiedono di condividere non si dispone quindi all'insegna dell'univoco; il poeta invoca invece 'la bellezza che confina con la paura', avvertendoci di fatto che non v'è cesura, iato, ma contiguità tra i due opposti. [...] Non ci sono punti cardinali, nella topografia lirica ed espressionistica di Bafaro, non ci sono latitudini o longitudini: ancora una volta, per essere ammesso a una verità, il soggetto deve accettare la perdita e lo smarrimento. Deve, cioè, camminare nella non poeticità del suo presente, del suo groviglio d'inferno. Per orientarsi ha soltanto se stesso e la poesia, che dà voce a buie profezie. [...] La rivelazione è ciò che impedisce a Bafaro di fare del terrore, nucleo tematico privilegiato di questa raccolta, uno straordinario, seppure inquietante veicolo percettivo. Il tema diviene invece una cornice, una prospettiva, un suggestivo brainframe. La realtà nel terrore, il terrore nella realtà..." (dalla prefazione di Roberto Deidier)
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