Sul ponte di Joyce. Poesie per una città volante
Trieste non è una città, è una condizione esistenziale. Si ama o si odia. Sospesa tra presente e passato, fra reale e immaginario, Trieste è una città di fantasia segnata da ricordi e da fantasmi. Persone e luoghi, eventi e atmosfere, amori e morti sono le icone di una città perduta e ritrovata: schegge di uno specchio infranto, morsi nel pane del tempo, ossessione e rimpianto. La nostalgia è come un coltello. Trieste è vittima e aguzzino. Come una grotta del Carso ha stalattiti e stalagmiti che graffiano, così Trieste ha la complessa eredità dei suoi scrittori. Ci si ripara nei caffè: con un bicchiere di vino e refoli di bora che si scapricciano in concerto.
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